Lo Sapevi Che

Giornata mondiale dell’orecchio e dell’udito

Ogni 3 Marzo si celebra la Giornata Mondiale della Sordità, un’occasione importante per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione e le possibili terapie per  l’ipoacusia. Si stima che l’ipoacusia in ogni sua forma colpisca fino all’1,9% dei bambini in Italia e in più di 1 bambino su 1.000 testati per la perdita dell’udito, si evidenzia una perdita permanente, con e senza sintomi. Se questa condizione non viene trattata immediatamente, la capacità del bambino di sviluppare e comprendere il linguaggio potrebbe essere fortemente compromessa.

Le cause dell’ipoacusia possono essere molteplici e variano da fattori genetici a fattori ambientali. Uno dei maggiori fattori di rischio è rappresentato dall’uso di farmaci ototossici possono contribuire allo sviluppo dell’ipoacusia (si stima che in commercio possano esistere fino a 200 farmaci che possono causare problemi al sistema uditivo). Altre cause post-natali comuni sono le infezioni virali come il CMV, la parotite, il morbillo, la rosolia, la meningite e l’otite media. Non da ultimo è da tenere in considerazione anche la prolungata esposizione ai rumori di elevata intensità.

Per prevenire l’ipoacusia, è importante adottare alcune precauzioni. Ad esempio, è consigliabile evitare l’esposizione ai rumori di elevata intensità e, ove possibile, non utilizzare o far consumare la minor dose possibile di farmaci ototossici. In particolare, durante la gravidanza, è preferibile, seguendo sempre il consiglio del proprio medico, evitare gli antibiotici ototossici e monitorare attentamente i livelli del farmaco per prevenire una possibile perdita dell’udito.

Per individuare precocemente eventuali predisposizioni genetiche all’ipoacusia sono disponibili sul mercato dei test genetici ad hoc. Attraverso specifiche analisi non invasive, è possibile identificare pazienti portatori di mutazioni del DNA mitocondriale che predispongono alla tossicità degli aminoglicosidi. In presenza di queste mutazioni è fondamentale evitare l’uso di antibiotici aminoglicosidi per prevenire danni all’udito.

Grazie alle innovazioni tecnologiche in medicina, oggi è possibile restituire ai piccoli pazienti affetti da sordità un udito molto vicino a quello normale. I nuovi strumenti audiologici per lo screening e la diagnosi, come le emissioni otoacustiche e i potenziali evocati uditivi, risultano molto più validi dei vecchi metodi comportamentali.

Se organizzato in protocolli controllati, un test genetico eseguito in età neonatale ha una bassa probabilità di mancare l’identificazione della suscettibilità genetica ai farmaci ototossici.

Questo articolo ha lo scopo di sensibilizzare sul tema dell’ipoacusia e di fornire informazioni utili per la prevenzione della sordità, per qualsiasi dubbio rivolgiti ad un professionista della salute.


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Genetica e fertilità che impatto hanno sulla pianificazione familiare?

Il 2 novembre si celebra la Giornata Mondiale della Fertilità, un’occasione per sensibilizzare la collettività sul tema della fertilità e per promuovere la salute riproduttiva: milioni di persone sono coinvolte in una sfida emotiva e fisica per realizzare il loro desiderio di avere un bambino.

Anche in Italia la fertilità è un argomento di grande rilevanza, infatti, secondo dati recenti, fino al 15% delle coppie potrebbe trovarsi ad affrontare problemi di fertilità.

La fertilità è un argomento delicato che è trattato storicamente come un tabù pur essendo un aspetto fondamentale della vita di molte persone. In realtà può trattarsi di un evento frequente se pensi al tuo gruppo di amici sapendo che fino a uno su sei di loro potrebbe avere difficoltà nella pianificazione familiare. L’incapacità di concepire può essere fonte di grande frustrazione e dolore per le coppie desiderose di avere un bambino, che spesso tengono per sé queste informazioni e che, a causa di questa situazione, possono provare sentimenti come la vergogna o senso di colpa. Fortunatamente, la medicina riproduttiva offre una serie di soluzioni e opzioni per aiutare nel realizzare il sogno di diventare genitori.

Affrontare la sfida della fertilità può essere un percorso emotivamente intenso e ad oggi alcuni centri  possono offrire un supporto completo e professionale alle coppie. Ad esempio, i nostri specialisti, insieme a consulenti e psicologi,  forniscono un sostegno informativo ed emotivo durante le varie fasi di scelta dei test genetici e di lettura del report. Questa tipologia di supporto è essenziale per affrontare le sfide che possono sorgere e per aiutare le coppie a mantenere una salute mentale positiva durante tutto il percorso.

La genetica sta emergendo come uno strumento sempre più utile per prevenire e affrontare i problemi di fertilità. Grazie a questi sviluppi oggi siamo in grado di identificare le cause genetiche alla base di molte condizioni di infertilità, per cui è possibile una diagnosi precoce che permetto di intervenire in modo preventivo e/o mirato su un argomento purtroppo sempre più comune

La corretta informazione è particolarmente importante per le coppie che desiderano avere figli in futuro, perché consente di prendere decisioni informate sulla pianificazione familiare e di considerare opzioni alternative. L’obiettivo è contribuire ad aumentare la comunicazione e l’istruzione attorno a questa situazione, un’opportunità per tutti noi di sapere di più.

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La Giornata Mondiale dei Genitori tra genitorialità e genetica

Il 1° giugno si celebra la Giornata Mondiale dei Genitori, una giornata istituita dall’Assemblea delle Nazioni Unite a partire dal 17 Settembre 2012 e dedicata al ruolo fondamentale dei genitori nella crescita e nell’educazione dei figli.

La genitorialità può rappresentare una delle esperienze più belle e significative della vita, da un lato può essere vista come un’esperienza di crescita e di arricchimento personale, poiché i genitori imparano a conoscere se stessi, a sviluppare la propria capacità di relazione e a gestire le sfide e le difficoltà che si presentano nella vita familiare; dall’altro, hanno il compito di sostenere, di educare e di instaurare un rapporto empatico e protettivo con il proprio figlio, oltre a trasmettere i valori, le tradizioni, le conoscenze e di contribuire alla formazione di individui sani e felici.

La nascita di un bambino porta sicuramente gioia e felicità nella vita di una coppia ma può anche essere un momento che porta incertezza e preoccupazione, soprattutto quando si tratta di questioni legate alla salute. Quando si parla di genitorialità non si può non far riferimento anche alla genetica: i geni possono influenzare le caratteristiche fisiche e psicologiche dei figli, come l’altezza, il colore degli occhi o dei capelli e, oltre alle caratteristiche fisionomiche, persino la personalità ma, purtroppo, anche la predisposizione ad alcune malattie.

In questo contesto, il NIPT (Non-Invasive Prenatal Testing) è diventato un importante strumento per lo screening precoce di alcune malattie genetiche, permettendo ai genitori di prepararsi adeguatamente per la cura del bambino o magari aiutarli a ridurre e contrastare eventuali ansie, fornendo loro maggiori informazioni sulla salute del bambino a partire dalle prime fasi della gravidanza e consentendo di prendere decisioni informate.

Oltre all’indagine prenatale esistono anche screening per salvaguardare la salute fin dai primi giorni di vita. A partire dallo Screening Neonatale Esteso (garantito alla nascita in tutte le strutture sanitarie) è possibile ampliare queste indagini effettuando l’analisi dell’esoma del bambino. Uno strumento utile nel caso in cui si voglia indagare una condizione genetica di origine sconosciuta e si vogliano attuare comportamenti correttivi ad esempio nella dieta o nelle azioni abitudinarie che possono prevenire l’insorgenza di alcune condizioni di cui il bambino può essere portatore.. L’analisi dell’esoma può quindi fornire informazioni importanti per la prevenzione ed il trattamento tempestivo di alcune condizioni legate alla predisposizione genetica andando ad attuare pratiche di prevenzione primaria.

Alla luce delle trasformazioni familiari e rispetto all’evoluzione del ruolo dei genitori all’interno della società, questa giornata è un punto di partenza per fissare alcuni elementi concreti per garantire ai genitori il sostegno necessario al fine di promuovere il loro benessere e di conseguenza quello dei loro figli. Molte organizzazioni consigliano e sostengono iniziative per introdurre buone politiche e pratiche a misura di famiglia per attivarsi proattivamente in favore delle generazioni future.

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Fertility day: Giornata Nazionale per l’informazione sulla fertilità umana

In Italia si celebra annualmente il Fertilityday, Giornata nazionale dedicata all’informazione sulla fertilità umana. L’occasione è promossa dal Ministero della Salute per aumentare la conoscenza sulla salute riproduttiva e fornire strumenti utili per la tutela della fertilità attraverso la prevenzione, la diagnosi e la cura della malattie, anche attraverso il coinvolgimento delle Istituzioni, degli ordini dei medici, delle società scientifiche, delle farmacie, delle scuole e delle famiglie.


L’iniziativa colloca il tema al centro delle politiche sanitarie ed educative del Paese e riguarda in particolare i concittadini più giovani per divulgare la consapevolezza che la salute riproduttiva è alla base del benessere psico-fisico, oltre che relazionale, di tutta la popolazione, tenendo in considerazione anche il problema della denatalità che può influenzare direttamente molti settori, in campo economico, sociale, sanitario e previdenziale. Questa giornata vuole essere in linea con i principi della politica europea “Health 2020: The European policy for health and well-being” e dell’Agenda2030 dell’ONU dove si evince la volontà di rileggere la fertilità come bisogno dell’intera società Tenendo sempre presente che per qualsiasi dubbio medico ci si debba sempre riferire al proprio medico di fiducia ed agli specialisti della salute, puoi iniziare a seguire poche semplici regole per salvaguardare la tua salute riproduttiva e sessuale in generale.

1. Non fumare: il fumo può incidere negativamente sia sulla fertilità femminile che maschile. In particolare negli uomini può provocare dei cambiamenti e delle anomalie nella qualità, nella morfologia ed alla mobilità degli spermatozoi.

2. Riduci od elimina alcolici e superalcolici: un consumo ricorrente ed eccessivo di alcolici secondo alcuni studi può provocare riduzione di fertilità sia nella donna che nell’uomo. Nella donna si evidenziano possibili alterazioni delle concentrazioni ormonali che possono causare amenorrea, anovulazione, alterazione nella formazione dei follicoli con conseguente riduzione della riserva ovarica, mentre per gli uomini si potrebbe presentare atrofia testicolare e diminuzione dei livelli di testosterone che potrebbero incidere sulla produzione di liquido seminale.

3. Hai mai fatto dei test sulle malattie veneree? In Italia sembra che, soprattutto fra i giovani, in pochissimi abbiano effettuato test o svolto esami per conoscere lo stato di salute dei loro organi riproduttivi. I dati riportano che nel corso degli ultimi anni si è registrato un incremento delle patologie acute e croniche della sfera riproduttiva.

4. Segui una corretta alimentazione: secondo diversi studi il regime alimentare più idoneo sembra essere quello della dieta mediterranea, seppur tenendo sempre sotto controllo situazioni che possono portare all’obesità o ad eccessiva magrezza, ma anche considerando possibili condizioni di disbiosi del proprio microbiota intestinale, per non intaccare la tua salute riproduttiva. Ricorda che, trattandosi di un argomento molto delicato, è sempre raccomandabile di non affidarsi a diete fai da te e non diventare un tuttologo del web ma chiedendo un parere medico.

5. Regola sonno e attività fisica: una cattiva qualità del sonno e l’assenza o l’eccesso di attività fisica possono essere un nemico della salute sessuale. L’esercizio fisico praticato con regolarità e a intensità moderata riduce stress e ansia e migliora la qualità del sonno e dell’autostima, secondo alcuni esperti, riduce la frequenza di malattie croniche come quelle cardiovascolari, il diabete, l’ipertensione arteriosa, alcune forme di tumore (seno, prostata, colon).

In questa tematica nessuno è escluso, che tu provi o meno il desiderio di diventare genitore, è comunque importante prendersi cura di sé stessi, gli effetti infatti, oltre che personali, si riflettono sull’intera collettività.

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Perchè si celebra la Giornata Mondiale dell’Embriologia?

Oggi, 25 Luglio, è la Giornata Mondiale dell’ Embriologia. In greco εμβρυολογία, è la branca della biologia che studia i processi tramite i quali gli organismi crescono e si sviluppano prima della nascita, riferendosi in particolare allo studio degli organismi tra lo stadio unicellulare (generalmente, lo zigote) e l’inizio della vita indipendente.

Si tratta di una data non casuale poiché coincide con la nascita della prima bambina venuta al mondo esattamente il 25 Luglio 1978 attraverso la procedura di PMA progettata dal Prof. Geoffrey Edwards , pioniere dell’ applicazione del metodo FIVET e vincitore del premio Nobel. Da quel momento in poi il mondo della Procreazione Medicalmente Assistita, si è evoluto sempre di più. Grazie a tale sviluppo, le coppie che fino a quel momento erano segnate dall’ etichetta dell’infertilità, hanno potuto realizzare il proprio desiderio di avere un figlio. In Italia, invece, la prima bambina concepita con tecniche di PMA fu Alessandra Abbisogno, nata a Napoli nel 1983 grazie all’équipe del professor Vincenzo Abate, illustre ginecologo rientrato in Italia dopo anni di studi negli USA. Le tecniche di manipolazione dei gameti umani, In Italia, erano precedentemente regolate dalla legge 40/2004. Ad oggi di questa legge rimane ben poco in seguito alle numerose sentenze, sia dei tribunali ordinari che della Corte Costituzionale, che ne hanno smantellato l’impostazione proibizionista.

Grazie all’ovodonazione e alle tecniche di PMA molte coppie con difficoltà nel concepimento dovute a differenti e varie situazioni fisiologiche, possono realizzare il sogno di mettere al mondo dei figli. Tutto ciò è reso possibile da medici ed equipe dedicate e, grazie alla loro dedizione, ogni giorno I confini di ciò che è possibile con la fecondazione in vitro e il trattamento della fertilità vengono continuamente ampliati nascono nuove scoperte.

È da tenere in considerazione che diversi fattori influiscono sulla fertilità e sulla salute della coppi, come ad esempio l’età. Anche per questo motivo, sia in caso di gravidanza spontanea che da concepimento assistito, è fondamentale che alle scadenze previste la gestante si sottoponga ai controlli medici ed ecografici prescritti dal ginecologo. Ad esempio, il NIPT è particolarmente indicato in caso di gestanti con precedenti aborti e per gravidanze ottenute tramite fecondazione medicalmente assistita (sia omologa che eterologa).

La Giornata mondiale della fecondazione in vitro viene dunque celebrata ogni anno per incoraggiare discussioni aperte sulle lotte per l’infertilità e sui progressi nel trattamento. È possibile abbattere lo stigma prevalente e aumentare la consapevolezza del tumulto fisico ed emotivo che la maggior parte degli individui e delle coppie attraversa a causa delle lotte per l’infertilità.

Di seguito gli strabilianti numeri del mondo della PMA: In Italia, solo nel 2019, calcolando utte le tecniche ( come IUI, tecniche a fresco, scongelamento di embrioni e di ovociti, donazione di gameti maschili e femminili)* sono state trattate 78.618 coppie, sono stati iniziati 99.062 cicli e sono nati vivi 14.162 bambini. (Fonte https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3162_allegato.pdf)

L’articolo di cui sopra è solo a scopo informativo e non intende essere un sostituto della consulenza medica professionale.

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Screening Neonatale Esteso in Italia

Ad oggi in Italia, grazie alla Legge 167 varata nel 2016, ogni neonato viene sottoposto gratuitamente allo Screening Neonatale Esteso (SNE) già a poche ore dalla nascita.

Cos’è lo screening neonatale esteso? Si tratta di una fondamentale attività di pediatria preventiva: un test eseguito su una minima quantità del sangue del neonato che permette di identificare precocemente circa 40 patologie stabilite e contenute all’interno del Decreto Ministeriale del 13-10-2016 tra cui malattie genetiche metaboliche, ossia malattie rare difficili da diagnosticare. Le spese per questo test sono totalmente a carico del SSN e non esistono controindicazioni: il test non è invasivo e non può ledere in alcun modo la salute del bambino.

Come funziona? Il processo previsto per lo SNE si compone di più fasi: 1. Si parte dalla raccolta di qualche goccia di sangue del bambino attraverso una puntura tallonare. 2. Una volta raccolto il campione, questo viene spedito al al Centro di Screening Neonatale di riferimento, per essere analizzato attraverso seguendo una metodologia standardizzata. 3. Ai genitori viene consegnata da un operatore un’informativa che spiega nel dettaglio quali sono le finalità e le modalità dei test effettuati. 4. In base agli esiti dei test di laboratorio si potrà valutare o meno la presa in carico ed il trattamento immediato del neonato eventualmente affetto da una delle 40 patologie indagate, per dare vita ad un vero e proprio percorso assistenziale. 5. Di norma il Centro di Screening Neonatale non comunica ai familiari gli “esiti negativi”, ossia, l’assenza di patologie, dal momento che, in questo caso, il neonato non presenta nessuna delle patologie indagate.

Perché lo SNE? Identificare precocemente queste malattie rare significa poter offrire una speranza di sopravvivenza ed una migliore qualità di vita dell’eventuale neonato affetto: queste patologie sono difficili da riconoscere e possono degenerare molto, se non troppo rapidamente. Intervenire immediatamente con cure e diete adeguate e su misura può scongiurare danni irreversibili agli organi, al cervello o all’organismo in generale e contrastare la possibile insorgenza di disabilità intellettive e fisiche spesso molto gravi, se non mortali. Si calcola che in Italia, attraverso lo SNE, si identificano circa 300 neonati all’anno affetti da patologie metaboliche rare.

Cosa si prevede per il futuro? Iniziare le opportune terapie farmacologiche e/o dietetiche precocemente, anticipando possibilmente la comparsa di sintomi, può prevenire danni irreversibili all’organismo, ed offrire una speranza di sopravvivenza concreta. Come anticipato ad oggi lo SNE in Italia e riconosciuto a livello internazionale come un faro per la prevenzione, calcolando la capillarità con cui viene eseguito ed essendo sovvenzionato pubblicamente. Tuttavia ad oggi sono presenti dei test eseguibili privatamente che possono fare uno screening di uno spettro di patologie molto più ampio, fino a 220 patologie, per dare ancora più risposte ai neo-genitori per far si che il loro bambino possa vivere una vita qualitativamente migliore e potersi prendere cura del neonato grazie alla medicina di precisione.

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Microbiota Intestinale e benessere femminile

In occasione della #WorldMicrobiomeDay è importante riportare come negli ultimi anni l’interesse nei confronti del microbiota sia aumentato esponenzialmente per il suo ruolo nei vari distretti del nostro corpo: dall’intestino, alla cute, all’apparato genitale femminile in relazione alla salute generale e della fertilità.

Il microbiota di ogni individuo è differente ed è influenzato da diversi fattori, come l’età, l’attività fisica, l’alimentazione, l’habitat, la derivazione geografica, i contatti con l’esterno, con le altre persone o con gli animali e l’uso di farmaci.

La ricerca di metodiche per definire nel dettaglio la composizione del microbiota intestinale è stimolata dall’aver scoperto la presenza di una correlazione tra la sua alterazione e un’aumentata incidenza di patologie dovute ad una disbiosi della flora vaginale e endometriale con conseguente impatto anche sulla fertilità e su una desiderata gravidanza.

Numerosi studi rivelano che diverse cause di sbilanciamento del microbiota vaginale sono causate da uno squilibrio del microbiota intestinale. È ormai noto che il microbiota intestinale ha effetti regolatori sui livelli di estrogeni circolanti nel circolo sanguigno femminile mediante microrganismi definiti estroboloma. Alcuni microorganismi presenti a livello intestinale, infatti, sono in grado di produrre enzimi chiamati Beta-glucuronidasi. Questi enzimi, rendendo gli estrogeni liberi dalle loro proteine di trasporto, li trasformano nella loro forma attiva.

Oltre alla regolazione degli estrogeni, quando la barriera intestinale risulta alterata, ci si espone al passaggio di microrganismi e/o altre sostanze nel circolo sanguigno fino a raggiungere l’apparato vaginale, alterando potenzialmente il microbiota “locale”. Gli stili di vita possono modulare il microbiota intestinale o vaginale avendo un impatto importante sulle fasi pre e post natali, incidendo sulla fertilità, sulla prosecuzione della gravidanza, su eventuali complicazioni ostetriche o durante l’allattamento ed il puerperio. Ovviamente bisogna preoccuparsi, basterà semplicemente rivolgersi al proprio medico curante in caso di dubbi.

Ad oggi, infatti, Il microbiota può essere monitorato e, a seconda delle necessità, modulato fino al raggiungimento di uno stato di eubiosi, ossia di equilibrio. Donne e neo-mamme possono essere sottoposte a uno screening che permetta di eseguire degli interventi mirati come ad esempio terapie batteriche, diete e modificazioni degli stili di vita che normalizzano il microbiota ripristinando una protezione batterica.

Una risposta definitiva ad oggi non esiste, ma, per fornire il miglior supporto alla donna, è fondamentale poter proseguire le ricerche volte al sostegno di questo importante “organo”, definito ormai così da numerosi scienziati.

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Ginnastica in acqua, fonte di benefici per le future mamme

Svolgere attività fisica in acqua porta dei grandi benefici alle future mamme, se non ci sono controindicazioni individuate dal proprio medico,ed è consigliato a tutte. Fare esercizi in acqua dona salute al corpo perché aiuta a mantenersi in forma e contribuisce anche a far crescere il buon umore.

Il Journal of Obstetric, Gynecologic & Neonatal Nursing ha pubblicato i risultati di uno studio che ha mostrato come le donne in gravidanza, che dalla 20° alla 37° settimana di gestazione hanno praticato ginnastica in acqua, hanno un minor rischio di subire lesioni vaginali durante il parto. Le future mamme hanno circa 13 volte più probabilità di avere un perineo intatto dopo il parto.

Le donne in gravidanza, attraverso gli esercizi in acqua, evitano che il peso dell’utero e i cambiamenti ormonali procurino lesioni e traumi perineali. L’attività in acqua può essere praticata in assoluta tranquillità e sicurezza grazie all’aiuto dell’assenza di gravità e all’attenuata resistenza al movimento. In Spagna, l’ostetrica Raquel Rodrguez Blanque ha guidato un gruppo di ricercatori dell’ospedale universitario San Cecilio di Granada che hanno voluto analizzare come l’attività aerobica svolta in acqua sia di aiuto per rafforzare il perineo e i muscoli maggiormente stressati durante il travaglio.

La ricerca si è svolta su un gruppo formato da 65 donne in dolce attesa che hanno frequentato un programma di attività aerobica in acqua tre volte a settimana per 45 minuti ciascuna. Il gruppo è stato comparato a 64 future madri che non hanno svolto nessuna attività fisica. I ricercatori hanno constatato che dopo il parto le donne che hanno aderito al programma di esercizi in acqua hanno avuto 12,5 volte più possibilità di avere il perineo intatto rispetto a quelle che non hanno svolto tale attività.

Altro dato importante è che del gruppo, l’85,9% delle donne in gravidanza che hanno abbandonato programma acquatico ha usato analgesici durante il travaglio, rispetto al 72,3% delle partorienti che hanno terminato il corso.

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Prima gravidanza senza complicazioni? È possibile

La gravidanza può essere uno dei periodi più belli della vita di una donna, ma deve essere vissuta bene e senza complicazioni. La prima gravidanza è un’incognita e proprio per questo sono molte le paure su come affrontarla e sulle complicazioni che potrebbero presentarsi.

Lucy C. Chappell, specializzata in medicina materna e fetale, con i suoi colleghi ha analizzato 5.628 donne durante la loro prima gravidanza per cercare e analizzare tutti quegli elementi che determinano un periodo di attesa sereno e senza complicazioni. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista British Medical Journal e le conclusioni sono che per le donne che non hanno mai avuto figli avere una gravidanza senza complicazioni è possibile e dipende da diversi fattori, per arrivare a questo risultato è necessario però intervenire apportando dei cambiamenti al proprio stile di vita molto prima dell’inizio della gravidanza.

Lo sviluppo del progetto della dottoressa Chappell è partito dalle ultime linee guida del NICE (National Institute for Health and Care Excellence) che sottolineano “l’importanza di guardare alla gravidanza come a un normale processo fisiologico”. Lo studio osservazionale e prospettico ha coinvolto donne provenienti da paesi di due continenti: Regno Unito, Irlanda, Nuova Zelanda e Australia. L’approccio è stato totalmente positivo: l’attenzione è stata focalizzata sui fattori che hanno portato le donne in gravidanza a trascorrere i nove mesi senza complicazioni e non su quelli che avrebbero potuto causare le complicanze. Marian Knight del NICE ha affermato nel suo editoriale che questo studio è “perfettamente in linea con l’idea di una gravidanza meno medicalizzata”.

Dalla valutazione del campione di donne analizzato, i ricercatori hanno indicato la presenza di fattori che riducono le possibilità di portare a termine una gravidanza senza complicazioni come un aumento dell’indice di massa corporea, l’abuso di alcol e di droghe nel primo trimestre e l’incremento dei valori di pressione diastolica e sistolica.

Gli autori dello studio hanno evidenziato che, tra gli elementi che favoriscono una gravidanza priva di complicazioni, ci sono fattori sui quali è possibile intervenire e altri sui quali purtroppo non è possibile agire.

Fra gli elementi che influenzano la gravidanza su cui è possibile intervenire c’é: il consumo di frutta almeno tre volte al giorno. Fra quelli immodificabili vengono citati ad esempio: una storia personale di ipertensione durante l’uso di contraccettivi orali o di sanguinamento vaginale in gravidanza e una storia familiare di complicazioni legate all’ipertensione in gravidanza.

La Knight specifica che le modifiche dello stile di vita verso comportamenti sani devono avere inizio molto prima della gravidanza.

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Acido Folico in Gravidanza

È risaputo che per le donne in gravidanza è indispensabile assumere acido folico, ma cos’è esattamente questa sostanza, a cosa serve e di quanta ne abbiamo bisogno?

L’acido folico e i folati sono vitamine del gruppo B, meglio ancora sono conosciuti col nome di vitamina B9. Fanno parte del gruppo delle vitamine idrosolubili, cioè quelle che non possono essere accumulate nel nostro organismo e devono essere assunte giornalmente attraverso l’alimentazione.

Folati e acido folico si differenziano perché mentre i primi si trovano naturalmente negli alimenti, il secondo è invece una molecola di sintesi presente negli integratori vitaminici e negli alimenti che sono stati arricchiti con questa vitamina.

Sono fondamentali per la sintesi delle proteine, del DNA e dell’RNA, per questo la loro assunzione nella dose corretta è indispensabile durante la formazione dell’embrione, che viene così protetto e aiutato nello sviluppo degli organi.

Sono molti e gravi i problemi che possono insorgere per la carenza di acido folico, come forme di anemia; malformazioni fetali, fra cui i difetti del tubo neurale di cui i più noti sono la spina bifida, l’anencefalia e l’encefalocele; difetti congeniti cardiovascolari; malformazioni delle labbra e del palato (labiopalatoschisi); difetti del tratto urinario; riduzione degli arti.

Il sistema di sorveglianza europeo delle anomalie congenite EUROCAT (European surveillance of congenital anomalies) ha evidenziato la presenza in media di 20 casi di malformazioni congenite ogni 1.000 nati.

Quindi è vero che una sana alimentazione ricca di frutta, verdura e legumi contenenti queste vitamine è un aiuto importante per la riduzione delle malformazioni congenite, ma da sola non basta: per coprire il fabbisogno quotidiano quando si cerca una gravidanza è indispensabile integrare la dieta con acido folico, sempre sotto la guida del proprio ginecologo.

Da numerosi studi è infatti stato dimostrato che la sua assunzione riduce il rischio di difetti del tubo neurale anche fino al 70%.

0,4 mg di acido folico al giorno diminuiscono il rischio di difetti congeniti. È però fondamentale che tale assunzione inizi almeno un mese prima del concepimento e continui per tutto il primo trimestre di gravidanza.

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