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Perché promuovere la Consapevolezza sulla Salute Sessuale e Riproduttiva?

La Giornata Mondiale della Contraccezione, osservata annualmente il 26 Settembre, ha come ambizione quella di aumentare la consapevolezza tra i giovani, e non solo, sulla salute sessuale e riproduttiva per promuovere la prevenzione delle gravidanze non desiderate, sostenendo così l’emancipazione e l’autonomia delle donne e per proteggersi da eventuali infezioni sessualmente trasmissibili.

L’importanza di un’educazione sessuale completa deve partire fin dalla scuola e senza vergogna, poiché certi argomenti sono ancora troppo spesso considerati tabù nel nostro paese. In questo contesto, è evidente che i ruoli dei professionisti medici come andrologi e ginecologi siano cruciali. Dal momento che l’educazione sessuale non è una parte stabile del curriculum in tutte le scuole, un ruolo importante è svolto dai consultori familiari, dove le persone possono trovare assistenza nella scelta del metodo contraccettivo che meglio si adatta alle loro esigenze, rispettando la loro salute e allineandosi ai loro valori etici e culturali, permettendo a ogni donna di decidere quando e quante figli avere.

L’iniziativa è stata lanciata nel 2007 con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica, specialmente i giovani, sulla salute sessuale visto che la diffusione e l’uso dei contraccettivi nel nostro paese presentano dati contrastanti. Di contro, in Italia le malattie sessualmente trasmissibili (MST) sono monitorate dal sistema di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità. Da quando è stato attivato nel 1991, il sistema di sorveglianza ha riportato un totale di 140.874 nuovi casi. Il numero di nuovi casi di MST è rimasto stabile fino al 2004, con una media di 3.920 casi all’anno, per poi subire un incremento del 25% nel periodo 2005-2011 ed arrivare ad una media di 4.919 nuovi casi all’anno.

Anche questi dati ci fanno riflettere su come la Giornata Mondiale della Contraccezione serve come promemoria sull’importanza di un’educazione sessuale accessibile e accurata, la disponibilità di una vasta gamma di opzioni contraccettive e la necessità di aprire conversazioni sulla salute riproduttiva.

Promuovendo la consapevolezza e la comprensione, è possibile garantire a tutti noi di prendere decisioni informate, anche riducendo sia l’incidenza delle gravidanze non desiderate che contribuendo al benessere generale della società.

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Giornata Internazionale dello Screening Neonatale: Assicurare un Inizio sano per ogni neonato

La Giornata Internazionale dello Screening Neonatale si celebra globalmente il 28 giugno di ogni anno a partire dal 2021 e coincide col compleanno del Dr. Robert Guthrie (28 giugno 1916 – 24 giugno 1995), uno dei maggiori esperti in microbiologia che ha introdotto la scheda di carta per i punti di sangue e un nuovo test per lo screening neonatale della fenilchetonuria (PKU). Lo scopo di questo evento è sensibilizzare sull’importanza della diagnosi precoce per prevenire gravi condizioni di salute e promuovere un inizio sano nella vita. Questo giorno serve come promemoria del ruolo fondamentale che lo screening neonatale svolge nel garantire il benessere dei neonati in tutto il mondo.

L’Importanza dello Screening Neonatale
Lo screening neonatale è un modo semplice ed efficace per identificare alcune malattie genetiche, metaboliche e congenite nei neonati. Prevede una serie di test eseguiti poco dopo la nascita per individuare condizioni ad insorgenza infantile che potrebbero non essere evidenti alla nascita.

Il Processo dello Screening Neonatale
Lo screening neonatale prevede tipicamente il prelievo di un piccolo campione di sangue dal tallone del bambino. Il campione viene sottoposto a screening per verificare la presenza di una serie di condizioni, tra cui, ma non solo, la fenilchetonuria (PKU), la fibrosi cistica, la malattia delle cellule falciformi e l’ipotiroidismo congenito. Il processo di screening varia da paese a paese, con ogni nazione che adatta il proprio pannello di screening in base alle condizioni prevalenti e alle risorse disponibili.

L’Impatto dello Screening Neonatale
Rilevando le condizioni in modo precoce, gli operatori sanitari e pediatri possono avviare tempestivamente trattamenti e interventi appropriati e su misura. Ciò può prevenire o ridurre al minimo lo sviluppo di sintomi gravi, disabilità o addirittura la morte. Lo screening neonatale offre anche alle famiglie l’opportunità di prendere decisioni informate sulla salute dei loro figli e di cercare il supporto sanitario necessario.

Sforzi Globali e sfide
La Giornata Internazionale dello Screening Neonatale serve anche come occasione per evidenziare i progressi compiuti nei programmi di screening neonatale in tutto il mondo. Molti paesi hanno implementato programmi di screening completi, mentre altri stanno lavorando per migliorare l’accessibilità e ampliare i loro pannelli di screening. Tuttavia, rimangono sfide, tra cui disparità nell’accesso allo screening, risorse limitate in alcune regioni e la necessità di continuare la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie di screening.

Esistono test per ampliare le condizioni genetiche analizzate dallo SNE?
Secondo l’esperto, il Dott. Agostino Seresini “..Attraverso un semplice tampone buccale, non invasivo ed eseguibile in casa, grazie a tecniche innovative e analisi sofisticate è possibile eseguire il sequenziamento dell’intero esoma, ovvero studiare la parte codificante del DNA, quella che contiene le “istruzioni” genetiche necessarie alla sintesi delle proteine. L’analisi dell’esoma, focalizzata in modo selettivo su oltre 200 geni, consente di andare a indagare e identificare precocemente più di 200 condizioni ad insorgenza precoce.

In questa giornata, è dunque essenziale sottolineare il ruolo dei genitori e degli operatori sanitari nella difesa dello screening neonatale promuovendo la consapevolezza, sostenendo l’accesso equo allo screening e sostenendo la ricerca in corso, è possibile lavorare per progredire nello screening neonatale e rinnovare il nostro impegno per garantire i migliori risultati possibili per la nostra popolazione più giovane e vulnerabile.

FONTI
Pazienti.it

International Neonatal Screening Day Org.

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La Giornata Mondiale dei Genitori tra genitorialità e genetica

Il 1° giugno si celebra la Giornata Mondiale dei Genitori, una giornata istituita dall’Assemblea delle Nazioni Unite a partire dal 17 Settembre 2012 e dedicata al ruolo fondamentale dei genitori nella crescita e nell’educazione dei figli.

La genitorialità può rappresentare una delle esperienze più belle e significative della vita, da un lato può essere vista come un’esperienza di crescita e di arricchimento personale, poiché i genitori imparano a conoscere se stessi, a sviluppare la propria capacità di relazione e a gestire le sfide e le difficoltà che si presentano nella vita familiare; dall’altro, hanno il compito di sostenere, di educare e di instaurare un rapporto empatico e protettivo con il proprio figlio, oltre a trasmettere i valori, le tradizioni, le conoscenze e di contribuire alla formazione di individui sani e felici.

La nascita di un bambino porta sicuramente gioia e felicità nella vita di una coppia ma può anche essere un momento che porta incertezza e preoccupazione, soprattutto quando si tratta di questioni legate alla salute. Quando si parla di genitorialità non si può non far riferimento anche alla genetica: i geni possono influenzare le caratteristiche fisiche e psicologiche dei figli, come l’altezza, il colore degli occhi o dei capelli e, oltre alle caratteristiche fisionomiche, persino la personalità ma, purtroppo, anche la predisposizione ad alcune malattie.

In questo contesto, il NIPT (Non-Invasive Prenatal Testing) è diventato un importante strumento per lo screening precoce di alcune malattie genetiche, permettendo ai genitori di prepararsi adeguatamente per la cura del bambino o magari aiutarli a ridurre e contrastare eventuali ansie, fornendo loro maggiori informazioni sulla salute del bambino a partire dalle prime fasi della gravidanza e consentendo di prendere decisioni informate.

Oltre all’indagine prenatale esistono anche screening per salvaguardare la salute fin dai primi giorni di vita. A partire dallo Screening Neonatale Esteso (garantito alla nascita in tutte le strutture sanitarie) è possibile ampliare queste indagini effettuando l’analisi dell’esoma del bambino. Uno strumento utile nel caso in cui si voglia indagare una condizione genetica di origine sconosciuta e si vogliano attuare comportamenti correttivi ad esempio nella dieta o nelle azioni abitudinarie che possono prevenire l’insorgenza di alcune condizioni di cui il bambino può essere portatore.. L’analisi dell’esoma può quindi fornire informazioni importanti per la prevenzione ed il trattamento tempestivo di alcune condizioni legate alla predisposizione genetica andando ad attuare pratiche di prevenzione primaria.

Alla luce delle trasformazioni familiari e rispetto all’evoluzione del ruolo dei genitori all’interno della società, questa giornata è un punto di partenza per fissare alcuni elementi concreti per garantire ai genitori il sostegno necessario al fine di promuovere il loro benessere e di conseguenza quello dei loro figli. Molte organizzazioni consigliano e sostengono iniziative per introdurre buone politiche e pratiche a misura di famiglia per attivarsi proattivamente in favore delle generazioni future.

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Giornata Internazionale delle Ostetriche: perchè celebrare queste persone?

Cade ogni 5 Maggio la Giornata Internazionale dell’Ostetrica, una celebrazione istituita nel 1987 e voluta dalla International Confederation of Midwives. Questa manifestazione è accompagnata di anno in anno da uno slogan diverso che ne identifica la tematica prescelta. Per il 2023 è stato scelto come leitmotiv: “Finalmente insieme: le cure ostetriche dalle evidenze alla realtà” per celebrare la piena ripresa degli incontri in presenza a seguito di anni di blocchi e restrizioni.

La professione dell’ostetrica è probabilmente una delle più antiche al mondo e nasce come sapere femminile trasmesso ed arricchito da una generazione all’altra. Questo ruolo, un tempo riservato alle sole donne, chiamate levatrici o mammane perché in grado di «levare» il neonato dal corpo della madre, può fare la differenza durante la gestazione ed il momento del parto. L’assistenza ostetrica è fondamentale per prendersi cura ed eventualmente salvare milioni di vite ogni anno, riducendo notevolmente il rischio di morti materne e morti neonatali.

L’ostetrica, a partire dalla prospettiva clinica (midwifery cure), nel rispetto dell’etica professionale, gestisce l’intervento assistenziale di propria competenza come membro dell’équipe sanitaria: dalla preparazione e all’assistenza ad interventi ginecologici fino alla prevenzione e all’accertamento dei tumori della sfera genitale femminile.

Dal punto di vista del supporto (midwifery care) al fine di assecondare al meglio la fisiologia della gravidanza e la preparazione psicoprofilattica al parto, l’ostetrica favorisce il naturale andamento degli eventi, educando a mantenere lo stato di salute della donna, della coppia, del bambino e della famiglia.

L’ostetrica possiede anche competenze informative (midwifery educator) e partecipa ad interventi di educazione sanitaria e sessuale sia nell’ambito della famiglia che nella comunità e contribuendo anche alla formazione del personale di supporto.

Il mondo ha sempre bisogno di ostetriche, si stima che ad oggi ci sia una grave carenza di queste figure professionali sia negli ospedali che nelle strutture preposte. Anche per questo motivo è cruciale condurre maggiori investimenti nella formazione, nella fornitura di servizi guidati da questi professionisti, troppo spesso sottostimati nel loro ruolo, sia per esprimere a pieno il loro potenziale che per contribuire a una migliore salute, all’uguaglianza di genere ed allo sviluppo economico.

Noi di NATIVA celebriamo queste persone con cui siamo spesso a contatto e partecipiamo proattivamente a convegni e congressi dedicati, attivandoci per proporre servizi di screening per conoscere lo stato di salute del feto e per fare prevenzione sul neonato, garantendo i maggiori livelli di standardizzazione e qualità.

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Nati Prematuri: una Giornata Mondiale dedicata a loro

Come ogni anno, il 17 novembre 2022 si celebra il World Prematurity Day , meglio noto come la Giornata Mondiale della Prematurità, riconosciuto dal Parlamento Europeo mediante l’impegno della “European Foundation for the Care of Newborn Infants”. Il tema di quest’anno è: “L’abbraccio di un genitore: una terapia potente. Sostenere il contatto pelle a pelle fin dal momento della nascita”. Per catturare l’attenzione sulla Kangaroo Care, una tecnica di cura neonatale in cui il bambino è tenuto petto a petto e pelle a pelle con un genitore.

Per dare risalto a questa tematica sensibile,  L’OMS ha stilato anche un documento WHO recommendations on interventions to improve preterm birth outcomes per proporre consigli in merito agli interventi da adottare in caso di parto pretermine imminente e per il bambino nato prematuro.

Ma cosa significa nascere prematuri?
Per “bambino nato prematuro” si intende un bambino che non ha trascorso, all’interno dell’utero, il tempo sufficiente necessario a svilupparsi correttamente e che nasce dunque con alcuni o tutti gli organi non completamente formati (tali difficoltà sono tanto più accentuate quanto più il parto si manifesta pretermine). Questa condizione rende più difficile l’adattamento al mondo esterno, riducendo la capacità di sopravvivenza. Secondo i dati forniti dall’ISTAT si stima che in Italia fino al 7% delle nascite avvenga pretermine ed è necessario ricordare che, ogni volta che nasce una bambino prematuro, nasce anche una mamma pretermine e probabilmente una famiglia che si ritrova a combattere tra la gioia della nascita e la paura della perdita.
Quali sono le cause della prematurità?
Principalmente le cause scatenanti possono ricondursi a: fattori di rischio materni: come avere un’età inferiore ai 17 anni o superiore ai 38 anni, essere in condizioni di forte sottopeso o eccessivo,  sovrappeso; soffrire di malattie croniche come diabete, ipertensione o trombofilia ed aver avuto un parto pretermine in passato o una storia familiare di parto prematuro. cause ostetriche: subire una rottura prematura delle membrane; avere problemi o anomalie di utero e collo dell’utero; sviluppare preeclampsia o colestasi gravidica durante la gravidanza. cause fetali: come aspettare un bambino con particolari malformazioni, come la spina bifida.
Quali potrebbero essere le complicanze della prematurità?
La maggior parte delle complicanze è legata alla disfunzione per immaturità degli organi. In alcuni casi, le complicanze si risolvono del tutto; in altri, vi sono disfunzioni organiche residue. Di seguito un breve elenco di organi e relative potenziali patologie : Miocardio: l’incidenza complessiva dei difetti cardiaci congeniti strutturali tra i neonati prematuri è bassa. La complicazione cardiaca più frequente è il dotto arterioso pervio Sistema nervoso centrale: le complicanze del sistema nervoso centrale possono comprendere scarsi riflessi di suzione e di deglutizione e ritardi nello sviluppo e/o cognitivi. Tratto gastrointestinale: le complicanze gastrointestinali possono comprendere: intolleranza alimentare, con un aumento del rischio di aspirazione e enterocolite necrotizzante. L’intolleranza alimentare è estremamente frequente perché i neonati prematuri hanno un piccolo stomaco, riflessi di suzione e di deglutizione immaturi e inadeguata motilità intestinale. Reni: la funzione renale è limitata, così le soglie di concentrazione e diluizione delle urine sono diminuite. Le complicanze renali possono comprendere acidosi metabolica e deficit di crescita Polmoni: le complicanze polmonari possono comprendere: sindrome da distress respiratorio; insufficienza respiratoria della prematurità e malattia polmonare cronica (displasia broncopolmonare)
Il futuro di un bambino prematuro
È comunque importante diffondere dati reali ma anche positivi: la salute del neonato pretermine non dipende solamente dalla data del parto, ma anche da altri fattori, tra cui il peso alla nascita, l’Indice di Apgar ed eventuali problemi accorsi durante il parto. Di recente si è abbassata sempre più la media della mortalità per i neonati che vedono la luce prima della 37ma settimana, infatti un bimbo prematuro ha maggiori probabilità di sopravvivenza e minor rischio di complicanze neurologiche, se il parto avviene dopo la 26ª settimana di gestazione ed il neonato ha un peso appropriato all’età gestazionale (tra il 10° e il 90° percentile) e un indice di Apgar uguale o > 7.
I diritti del bambino prematuro
Esiste anche la Carta dei Diritti del Bambino Nato Prematuro, decalogo contenuto nel “Manifesto dei Diritti del Bambino Nato Prematuro”, composto da dieci articoli: I 10 DIRITTI DEL BAMBINO NATO PREMATURO
Attività a sostegno del bambino prematuro
La Società Italiana di Neonatologia (SIN) ribadisce, insieme a Vivere Onlus Coordinamento Nazionale delle Associazioni per la Neonatologia, l’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle nascite pretermine, invitando a comprendere la necessità di garantire ai genitori l’ingresso nei reparti di Terapia Intensiva Neonatale 24/24 h, lasciare libere le mamme di stare a contatto col proprio bambino, pratica importante non solo per promuovere l’allattamento al seno ma anche per favorire lo sviluppo neurologico del neonato e consolidare il rapporto madre-figlio, prolungare i Follow-up da tre a sei anni e promuovere la vicinanza al neonato e alla sua famiglia fino alla dimissione.
Quando nasce un bambino prematuro con lui nasce anche una famiglia ed è importante fare il tifo per questi piccoli guerrieri, sostenere in ogni modo buone pratiche atte a garantire loro il migliore stato di salute e benessere psico-fisico, organizzare attività a sostegno dei reparti di terapia neonatale, come raccolta fondi, acquisto di attrezzature utili alle attività assistenziali e di sostegno ai genitori dei neonati ricoverati.

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Sai che esiste una Settimana dedicata alla sensibilizzazione sull’allattamento al seno?

Anche quest’anno si terrà la Settimana per l’Allattamento Materno (SAM), dedicata alla sensibilizzazione sull’importanza dell’allattamento al seno e a rafforzare le figure che hanno un ruolo nella protezione, nella promozione e nel sostegno dell’allattamento. È volta, inoltre, a realizzare le strategie di sviluppo sostenibile, perché fornisce vantaggi dal punto di vista nutritivo, garantisce la sicurezza alimentare e riduce le disparità fra i diversi paesi. Il motto dell’edizione 2022 (SAM 2022), che partirà dal 1° Ottobre e si concluderà il 7 Ottobre, sarà “Diamoci una mossa: Sosteniamo l’allattamento”

  Quali sono gli effetti positivi dell’allattamento al seno? Dal lato psicologico, secondo il pediatra e psicoanalista britannico Winnicott, l’allattamento al seno rappresenta la prima forma di comunicazione Madre – Figlio, non stai offrendo del latte ma stai creando un legame col tuo bambino: durante l’allattamento una mamma riceve stimoli sensoriali ed emotivi che appagano il suo senso di maternità e di protezione ed il bambino trova non solo il benessere derivante dal nutrimento, ma soprattutto l’atmosfera ideale di calore e sicurezza in cui poter crescere serenamente. Sul versante fisiologico, il latte materno è inimitabile: igienicamente adeguato, è la prima immunizzazione del neonato in quanto ricco di anticorpi e primaria fonte nella costruzione del suo microbiota, ricco di sostanze nutritive. Pare che i bambini allattati al seno siano meno soggetti a malattie respiratorie, gastroenteriti e otiti in generale rispetto ai bambini alimentati con latte artificiale; siano meno inclini a svilupare allergie e obesità e potrebbero presentare un migliore sviluppo psicomotorio. Mentre le mamme che allattano sembrano sviluppare con incidenza inferiore un tuimore al seno prima della menopausa e godano di una ripresa più rapida dal parto, recuperando più velocemente il benessere fisiologico.  

Ma allora se è solo un rapporto positivo perché non tutte le donne allattano?

Il fenomeno ha alla base Paure, scarsa assistenza nell’allattamento, dolori al seno e la forte incidenza del marketing del latte artificiale. Moltissime mamme hanno difficoltà ad allattare all’inizio e sono terrorizzate all’idea di fallire, vivendo questo momento più come una gara che come un qualcosa di “normale”. Alcune non ricevono o non sono nella condizione di ricevere adeguata assistenza dalle figure preposte. Dovendo alimentare il bambino ogni due ore circa, il dolore durante l’allattamentoa volte è insopportabile e solitamente, si presenta sotto forma di capezzoli dolenti e sensibili al tocco o peggio con ragadi. Sono rare le situazioni che costringono una mamma a non poter allattare, e come spiega il Ministero della Salute, è prevista l’astensione permanente dall’allattamento per le donne con infezione da HIV oppure per chi ha subito importanti interventi chirurgici nel periodo adiacente al parto. I tantissimi fallimenti sono quindi dovuti non a cause fisiologiche non risolvibili, ma al fatto che le mamme non hanno sufficiente aiuto e ricevono informazioni errate o contrastanti. (generalmente si considera che il 95-97% delle donne abbia tutte le carte in regola per allattare).

Come si può favorire l’allattamento al seno?

È  importante che ogni neo mamma riceva assistenza solo da professionisti della salute, con le dovute qualifiche e non affidarsi a consigli ricevuti da conoscenti o scovati online. Ogni mamma stravolge le proprie giornate interrompendo sport estremi e cattive abitudini, come fumare o assumere alcolici ed inizia ad essere più attenta al sano stile di vita cercando di migliorare, in primis, l’alimentazione anche per contrastare la trasformazione fisica che, inevitabilmente, si subisce dopo il parto. L’esogestazione è certamente un periodo magico ed unico nella propria vita ma non il più semplice. Accudire un neonato, che alterna pianti e nanne a suo piacimento non è facile e, purtroppo, non tutte possono permettersi di essere supportate dalla famiglia e dagli specialisti della propria salute. Anche per questo motivo è importante il ruolo che le istituzioni hanno nella vita della donna, cercando di fornire supporto concreto nella soddisfazione dei loro bisogni primari.

Se vuoi è possibile partecipare e scoprire tantissimi eventi gratuiti e non, organizzati in occasione di questa ricorrenza, sia che tu stia attraversando il periodo dell’allattamento o anche solo per saperne di più, visita il sito: SAM 2022 – MAMI

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Fertility day: Giornata Nazionale per l’informazione sulla fertilità umana

In Italia si celebra annualmente il Fertilityday, Giornata nazionale dedicata all’informazione sulla fertilità umana. L’occasione è promossa dal Ministero della Salute per aumentare la conoscenza sulla salute riproduttiva e fornire strumenti utili per la tutela della fertilità attraverso la prevenzione, la diagnosi e la cura della malattie, anche attraverso il coinvolgimento delle Istituzioni, degli ordini dei medici, delle società scientifiche, delle farmacie, delle scuole e delle famiglie.


L’iniziativa colloca il tema al centro delle politiche sanitarie ed educative del Paese e riguarda in particolare i concittadini più giovani per divulgare la consapevolezza che la salute riproduttiva è alla base del benessere psico-fisico, oltre che relazionale, di tutta la popolazione, tenendo in considerazione anche il problema della denatalità che può influenzare direttamente molti settori, in campo economico, sociale, sanitario e previdenziale. Questa giornata vuole essere in linea con i principi della politica europea “Health 2020: The European policy for health and well-being” e dell’Agenda2030 dell’ONU dove si evince la volontà di rileggere la fertilità come bisogno dell’intera società Tenendo sempre presente che per qualsiasi dubbio medico ci si debba sempre riferire al proprio medico di fiducia ed agli specialisti della salute, puoi iniziare a seguire poche semplici regole per salvaguardare la tua salute riproduttiva e sessuale in generale.

1. Non fumare: il fumo può incidere negativamente sia sulla fertilità femminile che maschile. In particolare negli uomini può provocare dei cambiamenti e delle anomalie nella qualità, nella morfologia ed alla mobilità degli spermatozoi.

2. Riduci od elimina alcolici e superalcolici: un consumo ricorrente ed eccessivo di alcolici secondo alcuni studi può provocare riduzione di fertilità sia nella donna che nell’uomo. Nella donna si evidenziano possibili alterazioni delle concentrazioni ormonali che possono causare amenorrea, anovulazione, alterazione nella formazione dei follicoli con conseguente riduzione della riserva ovarica, mentre per gli uomini si potrebbe presentare atrofia testicolare e diminuzione dei livelli di testosterone che potrebbero incidere sulla produzione di liquido seminale.

3. Hai mai fatto dei test sulle malattie veneree? In Italia sembra che, soprattutto fra i giovani, in pochissimi abbiano effettuato test o svolto esami per conoscere lo stato di salute dei loro organi riproduttivi. I dati riportano che nel corso degli ultimi anni si è registrato un incremento delle patologie acute e croniche della sfera riproduttiva.

4. Segui una corretta alimentazione: secondo diversi studi il regime alimentare più idoneo sembra essere quello della dieta mediterranea, seppur tenendo sempre sotto controllo situazioni che possono portare all’obesità o ad eccessiva magrezza, ma anche considerando possibili condizioni di disbiosi del proprio microbiota intestinale, per non intaccare la tua salute riproduttiva. Ricorda che, trattandosi di un argomento molto delicato, è sempre raccomandabile di non affidarsi a diete fai da te e non diventare un tuttologo del web ma chiedendo un parere medico.

5. Regola sonno e attività fisica: una cattiva qualità del sonno e l’assenza o l’eccesso di attività fisica possono essere un nemico della salute sessuale. L’esercizio fisico praticato con regolarità e a intensità moderata riduce stress e ansia e migliora la qualità del sonno e dell’autostima, secondo alcuni esperti, riduce la frequenza di malattie croniche come quelle cardiovascolari, il diabete, l’ipertensione arteriosa, alcune forme di tumore (seno, prostata, colon).

In questa tematica nessuno è escluso, che tu provi o meno il desiderio di diventare genitore, è comunque importante prendersi cura di sé stessi, gli effetti infatti, oltre che personali, si riflettono sull’intera collettività.

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In quale mese si nasce di più in Italia?

TI SEI MAI CHIESTO SE ESISTE UN DETERMINATO PERIODO DELL’ANNO IN CUI SI REGISTRA UN MAGGIORE NUMERO DI NASCITE?


Facendo qualche ricerca e basandosi sui dati raccolti dall’ISTAT è possibile stabilire in che mese in Italia si registri il maggior numero di nascite ma, per poter motivare adeguatamente la risposta ed incoronare il mese vincitore, è necessario guardare alla lente d’ingrandimento anche i diversi contesti sociali che circondano il concepimento. Leggendo i dati sembra che a partire dalla crisi economica del 2008 in Italia, proprio a causa di motivi sociali, politici ed economici, si sia registrato un trend negativo dei tassi di natalità ed un consequenziale aumento dell’età materna in modo più marcato rispetto ad altri paesi Europei. Anche se questo tasso di denatalità non accenna a diminuire, a partire dal 2013 fino al 2021 si osserva comunque come un periodo sia quello in cui si registrano il maggior numero di nascite ed è interessante notare come è stato mantenuto il suo record anche durante l’anno della pandemia. Volendo stilare una classifica il mese vincitore risulta Settembre, in particolare verso la fine del mese! In seconda posizione troviamo Ottobre, mentre Agosto si classifica al terzo posto.

Risulta naturale domandarsi perché il periodo preferito per concepire sia proprio quello delle festività natalizie… No, meglio non assecondare la malizia e credere che il freddo o una sbronza di Capodanno siano dei facilitatori per il concepimento. Più probabilmente, durante le vacanze di Natale e di fine anno molte coppie hanno semplicemente più tempo per stare insieme e, magari, l’atmosfera festosa può allentare la pressione dello stress, uno dei principali nemici del concepimento. La spiegazione più probabile sembra coincidere dunque con fattori psicologici e, banalmente, di tempo. A tal proposito, mediante un’analisi delle ricerche effettuate sul web, pare che le domande relative al sesso e l’accoppiamento raggiungano il picco proprio durante i mesi invernali.

Alcuni studiosi ritengono che ci siano anche delle spiegazioni biologiche e fisiologiche sul perché in Italia le nascite subiscono un’impennata verso fine settembre : a differenza del mondo animale, in particolare relativamente ai mammiferi, gli esseri umani possono avere rapporti sessuali in qualsiasi momento, senza doversi preoccupare se la prole abbia il cibo e le risorse necessarie per sopravvivere in una stagione piuttosto che in un’altra, oppure dover fare i conti con il periodo di estro/anestro.

Ovviamente questa classifica non è da intendersi come assoluta e certamente non esiste un periodo migliore rispetto ad un altro, i neonati nascono ogni mese, settimana, giorno ed ora. È comunque interessante indagare le motivazioni biologiche, emotive, economiche e sociali che governano questi fenomeni e che a volte sono in contrasto con la credenza popolare che ritiene l’estate l’epoca durante la quale si registrano più nascite.

Anche se probabilmente potrebbe trattarsi solo di un caso, anche noi del Team NATIVA, pur essendo impegnati all’interno dei laboratori per fini di ricerca e in tutte le varie attività lavorative durante tutto l’anno, registriamo il maggior numero di richieste di test proprio nei mesi invernali!

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Voglie in gravidanza: cosa c’è da sapere tra leggenda e realtà?

La #gravidanza determina per la donna molti cambiamenti, alcuni dei quali si manifestano con comportamenti e abitudini del tutto nuovi, come le “voglie”. Ma si tratta di qualcosa di reale o una rappresentazione di nostri desideri? Le #voglie, pur non avendo fondamento scientifico, possono scatenare l’improvvisa necessità, a tutte le ore del giorno e della notte, di svariate tipologie di alimenti. Anche se fino a qualche anno fa si credeva che le voglie in gravidanza fossero solamente una leggenda, secondo alcuni studi pare che circa il 40% – 50% delle donne abbia provato questa sensazione almeno una volta durante la gravidanza.



Cosa sono le voglie?

Le “voglie” non sono un momento di follia! Sono semplicemente una manifestazione improvvisa del desiderio di cibo, spesso caratterizzato da abbinamenti culinari strampalati, assurdi e molto fantasiosi. Solitamente capita spesso nel primo trimestre, ma in realtà possono verificarsi durante tutti e 9 i mesi.

A cosa sono dovute le voglie?
Questa sicuramente è una domanda particolarmente complessa. Questo perché, non tanto dal punto di vista biochimico in sé, le “voglie” coinvolgono aspetti emotivi, psicologici e percettivi di difficile definizione e quantificazione. Secondo diverse teorie condivise, questi impulsi, che i medici chiamano con la parola inglese 𝒄𝒓𝒂𝒗𝒊𝒏𝒈, sono dovute principalmente a:

Fattori ormonali e fisiologici :
Durante la gravidanza il #metabolismo cambia in seguito alla stimolazione ormonale e quindi può aumentare il desiderio di certi alimenti! Tra l’altro gli estrogeni sembrano influenzare anche il gusto e l’olfatto e per tale motivo può capitare di desiderare fortemente alimenti che prima si detestavano.
Fattore psicologico :
la gestazione è un periodo molto delicato per la futura mamma che ha bisogno di coccole e tenerezze! Le “voglie” potrebbero rappresentare una ricerca di attenzione attraverso il desiderio di essere coccolata e viziata, anche dal punto di vista alimentare! La voglia permette di avere accesso ad un vero e proprio comfort food che fa sentire meglio e gratifica la neomamma.
Campanello di “allarme” :
si va alla ricerca di alimenti ad alto contenuto energetico perché il nostro corpo ci sta segnalando che aumenta il fabbisogno di calorie e non ne assumiamo abbastanza!

Esempi più assurdi
Fortunatamente molto di rado, possono presentarsi anche “voglie” totalmente assurde di prodotti non commestibili (come terra, ghiaccio, intonaco, etc.) o di abbinamenti alimentari improbabili anche nelle cucine fusion più avanguardiste che potremmo mai trovare: si tratta di un disturbo detto “pica” o “picacismo” che è poco conosciuto e che potrebbe avere origine in carenze nutrizionali o psicologiche.

Esistono dei cibi maggiormente richiesti?
Le gestanti sembrano più sensibili ai cibi dolci ed hanno una forte attrazione verso i cibi ipercalorici: si tratta di una delle vie di trasmissione del segnale dei neuroni dopaminergici (la dopamina è un neurotrasmettitore chiave nei comportamenti motivazionali). Spesso si riporta anche la volontà di assumere carboidrati amidacei, oppure si sente la necessità di Fast food, patatine fritte e cibi piccanti. Si accentua anche la necessità di mangiare dei cibi che di norma sono fortemente sconsigliati durante il periodo di dolce attesa, come prosciutto, salame o altri cibi crudi di origine animale.

Attenzione, i cibi ipercalorici possono avere ripercussioni sulla salute del nascituro
Fermo restando che per vivere una gravidanza serena il suggerimento rimane comunque di soddisfare le “voglie”, partendo dal principio che la donna incinta può togliersi qualche sfizio in più, è importante tenere presente che le “voglie” persistenti potrebbero avere alcune conseguenze sui figli e sulle mamme: influendo sul metabolismo, sullo sviluppo dei circuiti neurali che regolano l’assunzione di cibo, portando ad un aumento di peso, ansia e disturbi alimentari e sulla modulazione del  Microbiota Intestinale

Le voglie non soddisfatte mettono a rischio la pelle del tuo bambino?
Secondo alcune credenze popolari, se le “voglie” non vengono soddisfatte, possono portare la comparsa di macchie permanenti sulla pelle dei neonati. Puoi stare tranquilla, pur non conoscendo e comprendendo la causa di questo fenomeno, siamo sicuri che gli attacchi di gola non soddisfatti non diventeranno mai macchie sulla pelle del tuo bimbo e che non avranno la forma e il colore del cibo che desideravi in quel momento. Quelle che vengono definite “voglie” sul corpo del tuo bimbo non sono altro che possibili angiomi, anomalie più o meno estese dei vasi sanguigni, oppure un eccesso di melanina, in genere senza particolari conseguenze a parte, a volte, quelle estetiche.

Conclusioni?
Non sappiamo se gli studi effettuati abbiano evidenze scientifiche ma, se è assolutamente falso che le voglie non soddisfatte si trasformano in macchie sulla pelle del bimbo, è invece verissimo che le donne in gravidanza sperimentano spesso questo fenomeno. Ma non devi temere, non sarà per sempre! Questa tipologia di ansia alimentare è tipica solo durante la gravidanza e scomparirà nei periodi successivi al parto.

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Perchè si celebra la Giornata Mondiale dell’Embriologia?

Oggi, 25 Luglio, è la Giornata Mondiale dell’ Embriologia. In greco εμβρυολογία, è la branca della biologia che studia i processi tramite i quali gli organismi crescono e si sviluppano prima della nascita, riferendosi in particolare allo studio degli organismi tra lo stadio unicellulare (generalmente, lo zigote) e l’inizio della vita indipendente.

Si tratta di una data non casuale poiché coincide con la nascita della prima bambina venuta al mondo esattamente il 25 Luglio 1978 attraverso la procedura di PMA progettata dal Prof. Geoffrey Edwards , pioniere dell’ applicazione del metodo FIVET e vincitore del premio Nobel. Da quel momento in poi il mondo della Procreazione Medicalmente Assistita, si è evoluto sempre di più. Grazie a tale sviluppo, le coppie che fino a quel momento erano segnate dall’ etichetta dell’infertilità, hanno potuto realizzare il proprio desiderio di avere un figlio. In Italia, invece, la prima bambina concepita con tecniche di PMA fu Alessandra Abbisogno, nata a Napoli nel 1983 grazie all’équipe del professor Vincenzo Abate, illustre ginecologo rientrato in Italia dopo anni di studi negli USA. Le tecniche di manipolazione dei gameti umani, In Italia, erano precedentemente regolate dalla legge 40/2004. Ad oggi di questa legge rimane ben poco in seguito alle numerose sentenze, sia dei tribunali ordinari che della Corte Costituzionale, che ne hanno smantellato l’impostazione proibizionista.

Grazie all’ovodonazione e alle tecniche di PMA molte coppie con difficoltà nel concepimento dovute a differenti e varie situazioni fisiologiche, possono realizzare il sogno di mettere al mondo dei figli. Tutto ciò è reso possibile da medici ed equipe dedicate e, grazie alla loro dedizione, ogni giorno I confini di ciò che è possibile con la fecondazione in vitro e il trattamento della fertilità vengono continuamente ampliati nascono nuove scoperte.

È da tenere in considerazione che diversi fattori influiscono sulla fertilità e sulla salute della coppi, come ad esempio l’età. Anche per questo motivo, sia in caso di gravidanza spontanea che da concepimento assistito, è fondamentale che alle scadenze previste la gestante si sottoponga ai controlli medici ed ecografici prescritti dal ginecologo. Ad esempio, il NIPT è particolarmente indicato in caso di gestanti con precedenti aborti e per gravidanze ottenute tramite fecondazione medicalmente assistita (sia omologa che eterologa).

La Giornata mondiale della fecondazione in vitro viene dunque celebrata ogni anno per incoraggiare discussioni aperte sulle lotte per l’infertilità e sui progressi nel trattamento. È possibile abbattere lo stigma prevalente e aumentare la consapevolezza del tumulto fisico ed emotivo che la maggior parte degli individui e delle coppie attraversa a causa delle lotte per l’infertilità.

Di seguito gli strabilianti numeri del mondo della PMA: In Italia, solo nel 2019, calcolando utte le tecniche ( come IUI, tecniche a fresco, scongelamento di embrioni e di ovociti, donazione di gameti maschili e femminili)* sono state trattate 78.618 coppie, sono stati iniziati 99.062 cicli e sono nati vivi 14.162 bambini. (Fonte https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3162_allegato.pdf)

L’articolo di cui sopra è solo a scopo informativo e non intende essere un sostituto della consulenza medica professionale.

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