Integratori in gravidanza: perché e quando assumerli
L’assunzione di integratori durante la gravidanza è molto importante e viene prescritta dal medico per prevenire carenze materne che potrebbero far sorgere danni sia al bimbo che alla madre, ma è necessario evitare i sovradosaggi.
Nils Hovdenak e Kjell Haram, dell’Ospedale universitario Haukeland di Bergen in Norvegia, sono gli autori di una review sul tema da cui emerge un dato importante: nel 75% delle donne in gravidanza si diagnosticherebbe la carenza di almeno una vitamina se non seguissero una corretta profilassi con gli integratori.
La carenza di vitamina B6 può causare preeclampsia, diabete gestazionale, iperemesi gravidica e malattie neurologiche nel neonato.
La carenza di folati può generare malformazioni congenite (difetti del tubo neurale, schisi orofacciali, anomalie cardiache), anemia, aborto spontaneo, preeclampsia, Iugr e rottura della placenta. Si consiglia la loro integrazione da quando si decide di avere una gravidanza.
La carenza di vitamina B12 può creare una ridotta crescita del feto, la sua integrazione è raccomandata alle donne vegetariane e a quelle con un regime alimentare scarso di carne.
La vitamina A provoca un aumento di peso alla nascita, una condizione molto diffusa in Occidente. In questo caso i rischi più che da una sua carenza sono dovuti da un sovradosaggio che può produrre anomalie o malformazioni nella crescita dell’embrione. Si raccomanda di non superare 3.000 IU al giorno. Altri dati evidenziano che la supplementazione di vitamina C ridurrebbe il rischio di sviluppo di preeclampsia, a cui si andrebbe incontro con bassi livelli di questa vitamina.
Mentre per prevenire la preeclampsia non è necessario assumere vitamina E perché alterando lo stato gestazionale ossidativo fisiologico può essere pericolosa per la gravidanza.
La carenza di calcio può causare preeclampsia e ritardo della crescita uterina, ma l’integrazione ne riduce i rischi.
La mancanza di ferro ha conseguenze sul peso alla nascita e nell’infanzia potrebbe dare problemi cognitivi e comportamentali. Quando il deficit è dimostrato si raccomanda un’integrazione di ferro evitando però il sovrattrattamento.